mercoledì 20 marzo 2013

Aree pubbliche

Dopo un lungo silenzio ho deciso di tornare. I cubois escono dal saloon e ricominciano a galoppare. Sto leggendo un libro che tratta il tema dei rapporti tra le persone. Pare che ci siano ben 4 aree in cui districarsi. La prima è l'area pubblica. Dovremmo tutti essere in grado di riconoscere quando siamo entrati in quell'area. In sostanza si tratta di strade, supermercati, file in banca o alla posta. Lo scenario è impersonale. Quando scendi per strada diventi uno tra mille, quasi indistinto. I rapporti tra te e le persone che incontri sono casuali, velocissimi, senza impatto emotivo. O almeno dovrebbero esserlo. Ecco il punto. Quando sei per strada, che sia a piedi o in macchina, tutto scorre veloce e l'attenzione reciproca è piuttosto bassa. Il libro dice che la serenità parte proprio da qui. Da come decidi di vivere la tua area pubblica. Puoi guardare per terra, fischiettare, guardare male ogni persona che incontri. Puoi scendere in strada in tuta e mocassini, o con il tacco 12. Ogni scelta determina delle conseguenze. Quindi, se ti sai gestire bene l'area pubblica, già sei a cavallo.... intanto sorridi, se ti viene. Poi ricordati che nessuno ti giudica, per strada: tanto per dire... se ti guardano è quasi per sbaglio o perchè hai un cappotto arancione (o due gambe lunghe affusolate con le calze velate). Quando esci fuori da casa non sei più il signore incontrastato del tuo universo, Re Sole. Diventi la famosa giocciolina d'acqua nel mare. Quindi serve anche a ridimensionare le tue ansie. Il libro dice che non devi MAI, E DICO MAI, prendere le cose sul personale. Esempio: Sei in fila, in macchina. C'è un traffico porco. Tu ti distrai un secondino guardando il display del cellulare. Quello dietro di te inizia a suonare il clacson, tu ti muovi. Dallo specchietto vedi che inveisce, con le mani, le braccia. Si vede che urla cose terribili. Poi ti si affianca e, tirando giù il finestrino, dice che tua madre è una peripatetica e tu un pezzo un pupù. Ti manda nel paese dei culi e ti fa il dito. Quasi quasi ti sputa pure. A quel punto, dopo aver letto il libro, tu dovresti accennare un sorriso compassionevole. Ti dovresti poi girare, e proseguire pacatamente nel traffico sino a raggiungere la tua meta. Certo. Proprio così. Sorridi pacatamente.

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